Gino era un bambino di otto anni magro magro. Sembrava uscito da un film in bianco e nero del dopoguerra. Era un bambino allegro dal sorriso facile e sdentato. La gente in paese lo conosceva bene e lo fermava per strada per regalargli dolcetti, figurine o anche solo una parola buona. Lui ringraziava timido e ripartiva a razzo verso le avventure che aspettano i bambini troppo attivi.
Io lo ricordo giocare a calcio in piazza mentre noi prendevamo l’aperitivo. “Ciao Gino, tutto bene? Vieni, prendi una patatina”.
Poi, un giorno, Gino è sparito.
Come sempre accade in casi simili, la famiglia fu la prima sospettata. Il padre era un camionista; un lavoro sempre sospetto agli occhi della gente. Poi la madre: troppo bella o forse troppo curata per la sua età. Lo zio ricco che viveva in Germania. Il nonno reduce di guerra ormai semi-rincoglionito. Ma tutte le piste si rivelarono inconclusive. Nessuno sapeva dove era finito.
Passati i primi giorni, le teorie si fecero più audaci. C’era sicuramente un giro di pedofili in paese. O la mafia. Anche il professore di ginnastica fu tirato dentro come possibile amante della madre, o del padre, vista la risaputa omosessualità di entrambi.
Ricordo la signora che fa le carte accusare pubblicamente il verduriere, noto ateo e forse anche comunista - comunque molto antipatico a tutti.
La situazione si chiarificò quando la Pina si presentò in commissariato con passo deciso e si mise ad urlare: “Allora me lo togliete dai coglioni?”
La Pina viveva in una cascina abbandonata ai bordi del paese. Un giorno Gino si era presentato con la sua bicicletta e le aveva fatto una proposta: “Il tuo tetto fa schifo, è tutto rotto. Te lo riparo io se mi compri un gelato.”
Ma il lavoro era lungo e i gelati tanti. Alla fine lei si era stancata di quel bambino che non faceva altro che mangiare a sbafo senza fare nulla per il suo tetto. Così era andata in paese a restituirlo al mittente.
La polizia non sapeva bene cosa fare. Non è che la Pina avesse commesso un vero e proprio reato. A lei quel bambino non era neanche così simpatico. Gino, da parte sua, diceva di essere stato trattato benissimo. La Pina, secondo lui, era un’ottima cuoca e raccontava storie di guerra eccezionali.
Quando gli fu chiesto se non gli fossero mancati i genitori, rispose di no. C’era quel problema del tetto da risolvere …
La signora che fa le carte dichiarò che in fondo aveva ragione lei. La Pina era stata fidanzata con il verduriere in gioventù, quando lei era bellissima e lui bruttissimo, ma molto ricco - e comunque sempre antipatico.
Ho letto ieri sui giornali che la Pina è morta e così mi è tornata in mente tutta la storia. Erano rimasti amici, quei due.
Lui ha continuato ad andarla a trovare in tutti questi anni, malgrado le proteste di lei, a cui non era poi così simpatico.
Non credo che il tetto sia mai stato riparato.
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